dante alighieri – vita nova 04. morte villana…

Dante Alighieri – Vita Nova 04
Morte villana, di pietà nemica… (sonetto)

    Morte villana, di pietà nemica,
di dolor madre antica,
giudicio incontastabile gravoso
poi che hai data matera al cor doglioso
ond’io vado pensoso,
di te blasmar la lingua s’affatica.
    E s’io di grazia ti voi far mendica,
convenesi ch’eo dica
lo tuo fallar d’onni torto tortoso,
non però ch’a la gente sia nascoso,
ma per farne cruccioso
chi d’amor per innanzi si notrica.
    Dal secolo hai partita cortesia
e ciò ch’è in donna da pregiar vertute:
in gaia gioventute
distrutta hai l’amorosa leggiadria.
    Più non voi discovrir qual donna sia
che per le propietà sue canosciute.
Chi non merta salute
non speri mai d’aver sua compagnia.

(cantam Graciano Santos e Jorge Teles)

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dante alighieri – vita nova 03. piangete, amanti…

Dante Alighieri – Vita Nova 03
Piangete, amanti, poi che piange Amore… (sonetto)

    Piangete, amanti, poi che piange Amore,
udendo qual cagion lui fa plorare.
Amor sente a Pietà donne chiamare,
mostrando amaro duol per li occhi fore.
    Perchè villana Morte in gentil core
ha miso il suo crudele adoperare,
guastando ciò che al mondo è da laudare
in gentil donna sovra de l’onore.
    Audite quanto Amor le fece orranza,
ch’io ‘l vidi lamentare in forma vera
sovra la morta imagine avvenente;
    e riguardava ver lo ciel sovente,
ove l’alma gentil già locata era,
che donna fu di sì gaia sembianza.

(canta Diego Junior)

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dante alighieri – vita nova 02. o voi che per la via…

Dante Alighieri – Vita Nova 02
O voi che per la via d’Amor passate… (sonetto)*

    O voi che per la via d’Amor passate,
attendete e guardate
s’elli è dolore alcun, quanto ‘l mio, grave;
e prego sol ch’audir mi sofferiate,
e poi imaginate
s’io son d’ogni tormento ostale e chiave.
    Amor, non già per mia poca bontate,
ma per sua nobiltate,
mi pose in vita sì dolce e soave,
ch’io mi sentia dir dietro spesse fiate:
“Deo, per qual dignitate
così leggiadro questi lo core have?”
    Or ho perduta tutta mia baldanza
che si movea d’amoroso tesoro;
ond’io pover dimoro,
in guisa che di dir mi ven dottanza.
    Sì che volendo far come coloro
che per vergogna celan lor mancanza,
di fuor mostro allegranza,
e dentro da lo core struggo e ploro.

(canta Jorge Teles)

* Este tipo de soneto é chamado soneto duplo, porque tem 6 versos a mais, com seis silabas (após o primeiro e o terceiro, nos quartetos, após o segundo, nos tercetos).

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