dante alighieri – vita nova 25. Videro li occhi miei…

Dante Alighieri – Vita Nova 25
Videro li occhi miei… (sonetto)


Videro li occhi miei quanta pietate
era apparita in la vostra figura,
quando guardaste li atti e la statura
ch’io faccio per dolor molte fiate.
Allor m’accorsi che voi pensavate
la qualità de la mia vita oscura,
sì che mi giunse ne lo cor paura
di dimostrar con li occhi mia viltate.
E tolsimi dinanzi a voi, sentendo
che si movean le lagrime dal core,
ch’era sommosso da la vostra vista.
Io dicea poscia ne l’anima trista:
“Ben è con quella donna quello Amore
lo qual mi face andar così piangendo”.

(canta jorge teles)
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dante alighieri – vita nova 24. era venuta…

Dante Alighieri – Vita Nova 24
Era venuta ne la mente mia… (sonetto)


Primo cominciamento

Era venuta ne la mente mia
la gentil donna che per suo valore
fu posta da l’altissimo signore
nel ciel de l’umiltate, ov’è Maria.

Secondo cominciamento

Era venuta ne la mente mia
quella donna gentil cui piange Amore,
entro ‘n quel punto che lo suo valore
vi trasse a riguardar quel ch’eo facia.
Amor, che ne la mente la sentia,
s’era svegliato nel destrutto core,
e diceva a’ sospiri: “Andate fore”;
per che ciascun dolente si partia.
Piangendo uscivan for de lo mio petto
con una voce che sovente mena
le lagrime dogliose a li occhi tristi.
Ma quei che n’uscian for con maggior pena,
venian dicendo: “Oi nobile inteletto,
oggi fa l’anno che nel ciel salisti”.

(canta jorge teles)
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dante alighieri – vita nova 23. quantunque volte…

Dante Alighieri – Vita Nova 23
Quantunque volte, lasso!, mi rimembra… (canzone)

Quantunque volte, lasso!, mi rimembra
ch’io non debbo già mai
veder la donna ond’io vo sì dolente,
tanto dolore intorno ‘l cor m’assembra
la dolorosa mente,
ch’io dico: “Anima mia, ché non ten vai?
Ché li tormenti che tu porterai
nel secol, che t’è già tanto noioso,
mi fan pensoso di paura forte”.
Ond’io chiamo la Morte,
come soave e dolce mio riposo;
e dico “Vieni a me” con tanto amore,
che sono astioso di chiunque more.
E’ si raccoglie ne li miei sospiri
un sono di pietate,
che va chiamando Morte tuttavia:
a lei si volser tutti i miei disiri,
quando la donna mia
fu giunta da la sua crudelitate;
perché ‘l piacere de la sua bieltate,
partendo sé da la nostra veduta,
divenne spirital bellezza grande,
che per lo cielo spande
luce d’amor, che li angeli saluta,
e lo intelletto loro alto, sottile
face maravigliar, sì v’è gentile.

(canta jorge teles)
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