dante alighieri – vita nova 22. venite a intender…

Dante Alighieri – Vita Nova 22
Venite a intender li sospiri miei… (sonetto)

Venite a intender li sospiri miei,
oi cor gentili, ché pietà ‘l disia:
li quai disconsolati vanno via,
e s’e’ non fosser, di dolor morrei;
però che gli occhi mi sarebber rei,
molte fiate più ch’io non vorria,
lasso!, di pianger sì la donna mia,
che sfogasser lo cor, piangendo lei.
Voi udirete lor chiamar sovente
la mia donna gentil, che si n’è gita
a secol degno de la sua vertute;
e dispregiar talora questa vita
in persona de l’anima dolente
abbandonata de la sua salute.

(canta jorge teles)
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dante alighieri – vita nova 21. li occhi dolenti…

Dante Alighieri – Vita Nova 21 
 
Li occhi dolenti per pietà del core… (canzone)

Li occhi dolenti per pietà del core
hanno di lagrimar sofferta pena,
sì che per vinti son remasi omai.
Ora, s’i voglio sfogar lo dolore,
che a poco a poco a la morte mi mena,
convenemi parlar traendo guai.
E perché me ricorda ch’io parlai
de la mia donna, mentre che vivia,
donne gentili, volentier con vui,
non voi parlare altrui,
se non a cor gentil che in donna sia;
e dicerò di lei piangendo, pui
che si n’è gita in ciel subitamente,
e ha lasciato Amor meco dolente.
Ita n’è Beatrice in l’alto cielo,
nel reame ove li angeli hanno pace,
e sta con loro, e voi, donne, ha lassate.
No la ci tolse qualità di gelo
né di calore, come l’altre face,
ma solo fue sua gran benignitate;
ché luce de la sua umilitate
passò li cieli con tanta vertute,
che fé maravigliar l’etterno sire,
sì che dolce disire
lo giunse di chiamar tanta salute;
e fella di qua giù a sé venire,
perché vedea ch’esta vita noiosa
non era degna di sì gentil cosa.
Partissi de la sua bella persona
piena di grazia l’anima gentile,
ed èssi gloriosa in loco degno.
Chi no la piange, quando ne ragiona,
core ha di pietra sì malvagio e vile,
ch’entrar no i puote spirito benegno.
Non è di cor villan sì alto ingegno,
che possa imaginar di lei alquanto,
e però no li ven di pianger doglia:
ma ven tristizia e voglia
di sospirare e di morir di pianto,
e d’onne consolar l’anima spoglia
chi vede nel pensero alcuna volta
quale ella fue, e com’ella n’è tolta.
Dannomi angoscia li sospiri forte,
quando ‘l pensero ne la mente grave
mi reca quella che m’ha ‘l cor diviso:
e spesse fiate pensando a la morte,
venemene un disio tanto soave,
che mi tramuta lo color nel viso.
E quando  ‘l maginar mi ven ben fiso,
giugnemi tanta pena d’ogne parte,
ch’io mi riscuoto per dolor ch’i’ sento;
e sì fatto divento,
che da le genti vergogna mi parte.
Poscia piangendo, sol nel mio lamento
chiamo Beatrice, e dico: “Or se’ tu morta?”;
e mentre ch’io la chiamo, me conforta.
Pianger di doglia e sospirar d’angoscia
mi strugge ‘l core ovunque sol mi trovo,
sì che ne ‘ncrescerebbe a chi m’audesse:
e quale è stata la mia vita, poscia
che la mia donna andò nel secol novo,
lingua no è che dicer lo sapesse.
E però, donne mie, pur ch’io volesse,
non vi saprei io dir ben quel ch’io sono,
sì mi fa travagliar l’acerba vita;
la quale è sì ‘nvilita,
che ogn’om par che mi dica: “Io t’abbandono”,
veggendo la mia labbia tramortita.
Ma qual ch’io sia la mia donna il si vede,
e io ne spero ancor da lei merzede.
Pietosa mia canzone, or va piangendo;
e ritruova le donne e le donzelle
a cui le tue sorelle
erano usate di portar letizia;
e tu, che se’ figliuola di tristizia,
vatten disconsolata a star con elle.

(canta jorge teles)
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dante alighieri – vita nova 20. si lungiamente…

Dante Alighieri – Vita Nova 20
Sì lungiamente m’ha tenuto Amore… (canzone)

Sì lungiamente m’ha tenuto Amore
e costumato a la sua segnoria,
che sì com’elli m’era forte in pria,
così mi sta soave ora nel core.
Però quando mi tolle sì ‘l valore,
che li spiriti par che fuggan via,
allor sente la frale anima mia
tanta dolcezza, che ‘l viso ne smore,
poi prende Amore in me tanta vertute
che fa li miei spiriti gir parlando,
ed escon for chiamando
la donna mia, per darmi più salute.
Questo m’avvene ovunque ella mi vede,
e sì è cosa umil, che nol si crede.

(canta jorge teles)
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