dante alighieri – vita nova 24. era venuta…

Dante Alighieri – Vita Nova 24
Era venuta ne la mente mia… (sonetto)


Primo cominciamento

Era venuta ne la mente mia
la gentil donna che per suo valore
fu posta da l’altissimo signore
nel ciel de l’umiltate, ov’è Maria.

Secondo cominciamento

Era venuta ne la mente mia
quella donna gentil cui piange Amore,
entro ‘n quel punto che lo suo valore
vi trasse a riguardar quel ch’eo facia.
Amor, che ne la mente la sentia,
s’era svegliato nel destrutto core,
e diceva a’ sospiri: “Andate fore”;
per che ciascun dolente si partia.
Piangendo uscivan for de lo mio petto
con una voce che sovente mena
le lagrime dogliose a li occhi tristi.
Ma quei che n’uscian for con maggior pena,
venian dicendo: “Oi nobile inteletto,
oggi fa l’anno che nel ciel salisti”.

(canta jorge teles)
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dante alighieri – vita nova 23. quantunque volte…

Dante Alighieri – Vita Nova 23
Quantunque volte, lasso!, mi rimembra… (canzone)

Quantunque volte, lasso!, mi rimembra
ch’io non debbo già mai
veder la donna ond’io vo sì dolente,
tanto dolore intorno ‘l cor m’assembra
la dolorosa mente,
ch’io dico: “Anima mia, ché non ten vai?
Ché li tormenti che tu porterai
nel secol, che t’è già tanto noioso,
mi fan pensoso di paura forte”.
Ond’io chiamo la Morte,
come soave e dolce mio riposo;
e dico “Vieni a me” con tanto amore,
che sono astioso di chiunque more.
E’ si raccoglie ne li miei sospiri
un sono di pietate,
che va chiamando Morte tuttavia:
a lei si volser tutti i miei disiri,
quando la donna mia
fu giunta da la sua crudelitate;
perché ‘l piacere de la sua bieltate,
partendo sé da la nostra veduta,
divenne spirital bellezza grande,
che per lo cielo spande
luce d’amor, che li angeli saluta,
e lo intelletto loro alto, sottile
face maravigliar, sì v’è gentile.

(canta jorge teles)
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dante alighieri – vita nova 22. venite a intender…

Dante Alighieri – Vita Nova 22
Venite a intender li sospiri miei… (sonetto)

Venite a intender li sospiri miei,
oi cor gentili, ché pietà ‘l disia:
li quai disconsolati vanno via,
e s’e’ non fosser, di dolor morrei;
però che gli occhi mi sarebber rei,
molte fiate più ch’io non vorria,
lasso!, di pianger sì la donna mia,
che sfogasser lo cor, piangendo lei.
Voi udirete lor chiamar sovente
la mia donna gentil, che si n’è gita
a secol degno de la sua vertute;
e dispregiar talora questa vita
in persona de l’anima dolente
abbandonata de la sua salute.

(canta jorge teles)
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