dante alighieri – vita nova 17. io mi senti…

Dante Alighieri – Vita Nova 17
Io mi senti’ svegliar dentro a lo core… (sonetto)

Io mi senti’ svegliar dentro a lo core
un spirito amoroso che dormia:
e poi vidi venir da lungi Amore
allegro sì, che appena il conoscia,
dicendo: “Or pensa pur di farmi onore”;
e ‘n ciascuna parola sua ridia.
E poco stando meco il mio segnore,
guardando in quella parte onde venia,
io vidi monna Vanna e monna Bice
venire inver lo loco là ‘v’io era,
l’una appresso de l’altra maraviglia;
e sì come la mente mi ridice,
Amor mi disse: “Quell’è Primavera,
e quell’ha nome Amor, sì mi somiglia”.

(canta jorge teles)
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dante alighieri – vita nova 16. dona pietosa…

Dante Alighieri – Vita Nova 16
Donna pietosa e di novella etate… (canzone)


   Donna pietosa e di novella etate,
adorna assai di gentilezze umane,
ch’era là ‘v’io chiamava spesso Morte,
veggendo li occhi miei pien di pietate,
e ascoltando le parole vane,
si mosse con paura a pianger forte.
E altre donne, che si fuoro accorte
di me per quella che meco piangia,
fecer lei partir via,
e appressarsi per farmi sentire.
Qual dicea: “Non dormire”,
e qual dicea: “Perché sì ti sconforte?”
Allor lassai la nova fantasia,
chiamando il nome de la donna mia.
Era la voce mia sì dolorosa
e rotta sì da l’angoscia del pianto,
ch’io solo intesi il nome nel mio core;
e con tutta la vista vergognosa
ch’era nel viso mio giunta cotanto,
mi fece verso lor volgere Amore.
Elli era tale a veder mio colore,
che facea ragionar di morte altrui:
“Deh, consoliam costui”
pregava l’una l’altra umilemente;
e dicevan sovente:
“Che vedestù, che tu non hai valore?”
E quando un poco confortato fui,
io dissi: “Donne, dicerollo a vui.
Mentr’io pensava a la mia frale vita,
e vedea ‘l suo durar com’è leggiero,
piansemi Amor nel core, ove dimora:
per che l’anima mia fu sì smarrita,
che sospirando dicea nel pensero:
– Ben converrà che la mia donna mora. –
Io presi tanto smarrimento allora,
ch’io chiusi li occhi vilmente gravati,
e furon sì smagati
li spirti miei, che ciascun giva errando;
e poscia imaginando,
di conoscenza e di verità fora,
visi di donne m’apparver crucciati,
che mi dicean pur: -Morra’ti, morra’ti.
Poi vidi cose dubitose molte,
nel vano imaginare ov’io entrai;
ed esser mi parea no so in qual loco,
e veder donne andar per via disciolte,
qual lagrimando, e qual traendo guai,
che di tristizia saettavan foco.
Poi mi parve vedere a poco a poco
turbar lo sole e apparir la stella,
e pianger elli ed ella;
cader li augelli volando per l’are,
e la terra tremare;
ed omo apparve scolorito e fioco,
dicendomi: – Che fai? Non sai novella?
Morta è la donna tua, ch’era sì bella.
Levava li occhi miei bagnati in pianti,
e vedea, che parean pioggia di manna,
li angeli che tornavan suso in cielo,
e una nuvoletta avean davanti,
dopo la qual gridavan tutti: Hosanna:
e s’altro avesser detto, a voi dire’lo.
Allor diceva Amor: – Più non ti celo;
vieni a veder nostra donna che giace. –
Lo imaginar fallace
mi condusse a veder madonna morta;
e quand’io l’avea scorta,
vedea che donne la covrian d’un velo;
ed avea seco umilità verace,
che parea che dicesse: – Io sono in pace. –
Io divenia nel dolore sì umile,
veggendo in lei tanta umiltà formata,
ch’io dicea: – Morte, assai dolce ti tegno;
tu dei omai esser cosa gentile,
poi che tu se’ ne la mia donna stata,
e dei aver pietate e non disdegno.
Vedi che sì desideroso vegno
d’esser de’ tuoi, ch’io ti somiglio in fede.
Vieni, ché ‘l cor te chiede. –
Poi mi partia, consumato ogne duolo;
e quand’io era solo,
dicea, guardando verso l’alto regno:
– Beato, anima bella, chi te vede!
Voi mi chiamaste allor, vostra merzede”.

(canta jorge teles)
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dante alighieri – vita nova 15. se’ tu colui…

Dante Alighieri – Vita Nova 15
Se’ tu colui c’hai trattato sovente… (sonetto)

Se’ tu colui c’hai trattato sovente
di nostra donna, sol parlando a nui?
Tu risomigli a la voce ben lui,
ma la figura ne par d’altra gente.
E perché piangi tu sì coralmente,
che fai di te pietà venire altrui?
Vedestù  pianger lei, che tu non pui
punto celar la dolorosa mente?
Lascia piangere noi e triste andare
(e fa peccato chi mai ne conforta),
che nel suo pianto l’udimmo parlare.
  Ell’ha nel viso la pietà sì scorta,
che qual l’avesse voluta mirare
sarebbe innanzi lei piangendo morta.

(canta jorge teles)
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